Sinistra democratica per il Socialismo Europeo è un movimento politico organizzato che si richiama agli ideali del socialismo e alle tradizioni culturali della sinistra che hanno contribuito alla fondazione della Repubblica democratica. L'obiettivo di avviare un ampio processo unitario, che in prospettiva coinvolga tutta la sinistra italiana nella costruzione di una nuova più grande forza politica, costituisce la ragion d'essere del movimento.

lunedì 30 luglio 2007

Lauro:sequestrato sito abusivo. SD:l'assessore si dimetta.



Danni ambientali:gli agenti del nucleo investigativo di polizia ambientale forestale del comando provinciale di Avellino sono intervenuti a Lauro per contrastare il fenomeno.Le indagini hanno portato alla scoperta ed al sequestro del sito di stoccaggio del Comune di Lauro,risultato abusivo. In particolare l'area dove sorge il sito ricade all'interno della fascia di rispetto del torrente Quindici-Valle di Lauro ed è sottoposta a vincolo paesaggistico.I rifiuti sono stati depositati in un'area realizzata in assenza dell'autorizzazione alla gestione dei rifiuti e del nulla osta della Sprintendenza ai beni ambientali. All'interno del sito,oltre ai tipici cassoni ricolmi di rifiuti, sono stati rinvenuti residui solidi urbani indifferenziati, rifiuti da demolizione, elettrodomestici, materassi, mobili in disuso e un camion della raccolta differenziata completamente bruciato. I rifiuti rinvenuti assommano a circa 500 metri cubi. Al termine delle operazioni sono stati denunciati all'Autorità Giudiziaria due responsabili per i reati di gestione illecita di rifiuti,invasione di terreni del Demanio dello Stato e deturpamento di bellezze ambientali.



dal sito:www.irpinianews.it






Sinistra Democratica di Lauro:



La discarica abusiva presente a Lauro finalmente è stata sequestrata,poiché non aveva regolare autorizzazione.Nel sito sono stati ritrovati materiali di tutti i tipi: residui solidi urbani,rifiuti da demolizione,elettrodomestici,materassi,mobili in disuso.Ci viene solo da dire avevamo ragione quando nel lontano settembre del 2004 ,questo gruppo dirigente allora presente in Sinistra Giovanile,denunciammo questo sito di stoccaggio abusivo per la popolazione tutta.Non dimentichiamo gli scherni subiti da parte dei nostri illuminati amministratori.Di fronte ad una situazione così grave che denota una gestione dei rifiuti scellerata e sprezzante della salute dei cittadini,ci aspettiamo che l’assessore all’ambiente voglia, perlomeno, rassegnare le sue dimissioni.
Le favole che ci ha narrato in campagna elettorale su una Lauro più bella,pulita,verde ed ecologica sono state smentite: gestione illecita di rifiuti,invasione dei terreni del Demanio dello Stato,deturpamento delle bellezze ambientali, assenza di autorizzazioni alla gestione dei rifiuti.
All’ assessore pinocchio chiediamo di non continuare a mentire in ogni sede sulla gestione dei rifiuti e sulla efficienza della nostra macchina ma di cedere il passo a qualcuno in grado di rilanciare una politica ecologista seria volta alla salvaguardia dell’ambiente e alla salute dei cittadini.

giovedì 26 luglio 2007

Lauro:Vergognoso attacco a Raffaele Aurisicchio




“Gli eletti del popolo che lavorano nella frontiere del Vallo di Lauro, per l’azione del deputato Aurisicchio che agisce cercando di creare a livello istituzionale l’isolamento di questo governo ogni giorno abbandonato dalle istituzioni, rendendo i sopra indicati eletti deboli nella lotta alla micro e macro criminalità.Riteniamo che qualunque episodio di violenza nei confronti di amministratori di Lauro debba essere ritenuto responsabile questo onorevole e le istituzioni che si fanno intimidire da questo personaggio al cui fianco hanno manifestato candidati al Comune di Lauro che hanno falsa residenza nello stesso Comune e suoi potenziali elettori che ogni giorno creano un indebolimento delle istituzioni,su cui presenteremo in parlamento in question time una interrogazione al Ministro dell’Interno e al Ministro della Giustizia.Per quanto riguarda le false residenze,che secondo questa cupola antidemocratica ed antipopolareche si sta creando nella nostra provincia,rispondono i voti che sono 657 in più, ma risponderanno ancora di più le documentazioni che dimostreranno che gli amici della cupola che viene appoggiata da questi personaggi di cui uno eletto nella lista dell'ulivo per scorrimento e poi, come suo costume ha tradito gli elettori,chi realmente si è macchiato di questi ipotetici reati."


Queste parole sono state pronunciate dal consigliere comunale Antonio Bossone nel corso dell'incontro con il sottosegretario De Paoli il 26 luglio c.a. presso la casa comunale.


Di fatti queste esternazioni si commentano da sole,ma denotano un senso di inciviltà e arroganza senza eguali.


All' onorevole Auruisicchio va la nostra solidarietà e il nostro incoraggiamento affinchè la sua e la nostra battaglia per il ripristino della legalità a Lauro continui.Non possiamo lasciarci intimidire dalle parole offensive e volgari di un pseudo tirannello locale,il quale dimostra disprezzo per le regole, la giustizia e le istituzioni.Il gruppo di Sinistra Democratico di Lauro continuerà sempre a lottare e a battersi per la giustizia, i diritti e le regole;l'unica cupola esistente sul nostro territorio è quella del malgoverno che sta amministrando Lauro.

martedì 24 luglio 2007

SD:NO al protocollo del governo.


''Il Protocollo del governo 'Equita'e crescita sostenibile' contiene tre parti: previdenza,competitivita', mercato del lavoro. Avendo espresso in Consiglio dei ministri consenso sulla previdenza, l'unica parte li' messa in discussione, devo a mezzo stampa esprimere il mio dissenso e quello di Sinistra Democratica sulle altre due''. Lo afferma Fabio Mussi, leader della Sinistra democratica e ministro dell'Universita'. ''Primo: 'competitivita'' coincide con 'costo del lavoro'.Questa identificazione - spiega Mussi - e' figlia di un ritardo culturale, e di un condizionamento di interessi, che sono tutti italiani. Faccio parte, da ministro, del Consiglio Europeo Competitivita': in quell'organismo, frequentemente riunito, si parla di ricerca scientifica, innovazione tecnologica, qualita'del lavoro e dell'impresa, brevettabilita', proprieta'intellettuale, ecc. Questo si', e' attuale e pertinente''. ''Ecco perche' - conclude Mussi - su questi punti proporremo,quando il Consiglio dei Ministri sara' chiamato a discutere e ilParlamento a decidere, soluzioni diverse da quelle delProtocollo e piu' coerenti con il Programma dell'Unione''.
''Quanto alla defiscalizzazione degli straordinari - continua - non si capisce perche', con i nostri tassi di occupazione, si debba favorire la concentrazione del lavoro sulla stessa platea di lavoratori. Quanto al mercato del lavoro, la sollecitudine per i giovani, cosi' forte e presente nella discussione sulle pensioni, ora che bisogna chiedere qualcosa anche alle imprese, appare piu' debole e lontana: lalegge 30 e' appena ritoccata, la stipula dei contratti a terminesi presenta ancora incondizionata, e rispetto al limite dei 36mesi per la reiterabilita', compare una fattispecie di eccezioneche e' facile immaginare diventera' la regola. La battagliacontro il precariato - conclude Mussi - deve essere piu' chiaraed efficace''.
fonte: ANSA

domenica 22 luglio 2007

Pensioni:la posizione di Sinistra Democratica


Anche se non si può parlare di applicazione integrale del programma dell'Unione, e vi sono punti da precisare e altri che possono suscitare dubbi e riserve, il nostro giudizio è che la proposta del governo vada sostenuta. Particolarmente rilevante per noi è il consenso del sindacato confederale. Al sindacato, che è stato oggetto in queste settimane di attacchi ingiusti, va dato atto di aver confermato la capacità di tener conto degli interessi generali del Paese, e al tempo stesso di saper difendere con fermezza le ragioni dei lavoratori. Daremo anche noi peso naturalmente al giudizio dei lavoratori, al quale lo stesso sindacato ha giustamente deciso di rivolgersi. Nella sostanza, l'offensiva moderata e neocentrista che si era dispiegata in questi giorni anche all'interno della maggioranza è stata sconfitta. Ora è indispensabile che l'Unione rilanci le sue politiche riformatrici, a cominciare da una nuova legislazione del lavoro a tempo determinato e contro il precariato, e dall'intervento sui costi della politica, a partire dalle pensioni dei parlamentari. Di entrambi questi temi Sinistra Democratica chiede l'inserimento fin dalla risoluzione sul DPEF che sarà discussa dal Parlamento la prossima settimana. Vorremmo ricordare che Sinistra Democratica aveva avanzato fin dall'inizio due precise richieste: che la proposta del governo fosse presentata senza ulteriori ritardi, prima delle ferie estive, e che fosse tale da consentire l'intesa con il sindacato. Nel merito, avevamo chiesto che la proposta assumesse una visione complessiva delle condizioni di lavoro e del malessere di lavoratrici e lavoratori, tenendo conto non solo dell'età pensionabile, ma anche delle condizioni di lavoro, della lotta alla precarietà, della tutela delle giovani generazioni. Particolarmente significativa al riguardo è la riforma del sistema contributivo a tutela dei giovani precari. Rispetto ai pronunciamenti dei settori più moderati della maggioranza, ribadiamo che ci siamo trovati davanti a una inaspettata e bizzarra anomalia: chi ha messo in discussione il programma dell'Unione si è ammantato di modernismo come se sia moderno dire una cosa in campagna elettorale e poi farne un'altra, mentre chi ne ha chiesto il rispetto si è sentito apostrofare come estremista, se non addirittura irriducibile. Il governo ora deve agire energicamente contro la precarietà e dare concrete risposte al tema dei diritti dei giovani, che è stato usato strumentalmente in questa vicenda. Ciò significa anzitutto riformare la legislazione sul lavoro, rivedendo la normativa sui contratti a termine, e favorendo il lavoro a tempo indeterminato. La tutela dei giovani richiede infatti che siano attribuiti loro diritti anche sul posto di lavoro, e non solo con gli ammortizzatori sociali. In generale, bisogna tornare a valorizzare il lavoro come elemento centrale della nostra società. Riconoscere il valore sociale del lavoro vuol dire appunto "valorizzarlo" sia dal punto di vista dei diritti che da quello retributivo, e valorizzarlo in tutto il suo percorso: dall'inizio dell'attività lavorativa, fino al momento della pensione. Il giudizio sulla proposta del governo deve essere dato complessivamente: è importante l'aumento delle pensioni più basse, il riconoscimento dei lavori usuranti e pericolosi, il rispetto dell'età pensionabile delle donne, il superamento dell'iniquità creata dallo scalone di Maroni; particolarmente importante è l'intervento sui coefficienti di trasformazione, la cui applicazione senza modifiche comporterebbe altrimenti il sostanziale azzeramento delle future pensioni. In definitiva a noi pare che prevalgano gli aspetti positivi rispetto a quelli negativi, che pure vi sono.
fonte:sito www.sinistra-democratica.it

Approvazione decreto "tesoretto" la posizione di SD di Raffaele Aurisicchio*




Signor Presidente, il gruppo Sinistra Democratica Per il Socialismo europeo è favorevole alla conversione in legge del decreto-legge 2 luglio 2007, n. 81, recante disposizioni urgenti in materia finanziaria, non solo per le responsabilità che ci derivano dall'essere parte della maggioranza che sostiene il Governo, ma soprattutto perché ne condividiamo i presupposti e i contenuti.Condividiamo, infatti, la scelta di impegnare una parte consistente delle maggiori entrate tributarie nella direzione della spesa e verso il miglioramento delle condizioni di vita degli anziani ultrasessantaquattrenni che si trovano a percepire pensioni sotto la soglia minima. Così come sosteniamo gli interventi a favore dei giovani per il riscatto a fini pensionistici degli anni di laurea e per il ricongiungimento dei diversi periodi assicurativi.Sosteniamo, altresì, gli interventi a favore dei giovani per il riscatto ai fini pensionistici degli anni di laurea e per il ricongiungimento dei diversi periodi assicurativi. Sosteniamo gli interventi volti a garantire l'Italia il pieno assolvimento degli impegni che derivano dalla partecipazione alle missioni di pace e di aiuto umanitario.Si tratta nell'insieme di un complesso di misure urgenti, volte a dare sostegno ad alcuni settori dell'economia e a sollevare le amministrazioni centrali dello Stato e gli enti locali dalle difficoltà in cui sono venuti a trovarsi, a causa dell'eccessiva rigidità della spesa che deriva dai rigorosi criteri stabiliti con la manovra finanziaria dello scorso anno.Gli stessi presupposti di necessità e di urgenza hanno fatto sì che il decreto-legge in discussione, ad esame già avviato in Commissione bilancio, si arricchisse di ulteriori misure proposte dal Governo, che ne hanno ampliato fortemente i cambi di intervento e la portata finanziaria.Si è provveduto ad estendere a banche ed assicurazioni i benefici relativi al cuneo fiscale, a dare attuazione alla sentenza della Corte di giustizia europea in materia di detraibilità dell'IVA sulle auto e i veicoli aziendali, a dare formalizzazione legislativa al recente accordo intercorso tra il Governo e le organizzazioni dei lavoratori autonomi, in materia di valenza probatoria degli studi di settore, che rappresenta un passo in avanti decisivo nella direzione della costruzione di un rapporto più sereno e fiducioso tra amministrazione finanziaria e mondo delle piccole e medie imprese, dell'artigianato e del commercio.Le aggiunte in corso d'opera, per quanto significative ed importanti, non modificano, tuttavia, l'impostazione originaria del decreto-legge in esame, la sua ragione d'essere, la ragione per la quale era stato emanato, ossia la necessità di stabilire l'ammontare delle maggiori entrate nette - che sono state fissate in 7.403 milioni di euro per il 2007, 10.065 milioni per il 2008 e 10.731 milioni di euro per il 2009 - e deciderne l'utilizzo nell'ambito degli obiettivi di politica economica, che vengono evidenziati dal Documento di programmazione economico-finanziaria per gli anni 2008-2011. Vi è stato - ed esiste tuttora nel Paese - un acceso dibattito in merito alla destinazione dell'extragettito. Spesso, però, finisce in secondo piano il dato di sostanza, cioè che vi è a disposizione un surplus di risorse finanziarie, non per un accadimento miracolistico, ma perché quest'anno il Governo ha condotto una politica e un'azione incisiva sul fronte delle entrate.È possibile ora discutere della destinazione dell'extragettito perché la linea del rigore e del rifiuto dei condoni non solo non ha depresso l'economia - come avevano strepitato le «Cassandre» liberiste della destra - ma ha prodotto buoni frutti, assicurando un consistente gettito di risorse, che non è episodico e non è contingente, ma ha carattere strutturale, visto che maggiori e più consistenti entrate sono previste anche per i prossimi anni.Il gruppo Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo sostiene, su questo fronte, l'azione del Governo e del Ministro Visco. Tuttavia, la battaglia per contrastare efficacemente l'elusione e l'evasione fiscale non può essere considerata conclusa. Essa richiede un'ulteriore intensificazione degli sforzi, perché nel nostro Paese l'economia sommersa è consistente e nettamente superiore alla media degli altri Paesi europei.Per la prima volta, dopo molti anni, non si è resa necessaria una manovra correttiva dei conti in corso d'esercizio.La manovra dello scorso anno ha consentito di rimettere a posto i conti e di ricostituire l'equilibrio finanziario dello Stato dopo che esso era stato fortemente compromesso nei cinque anni di Governo della destra. Altro che formica e cicala!Agli italiani sono stati chiesti consistenti sacrifici ed è stato chiesto di pazientare per l'avvio di incisive politiche per lo sviluppo e l'equità sociale. Adesso, tuttavia, non si poteva ulteriormente eludere il tema di far camminare assieme, con la stessa intensità, risanamento, equità e sviluppo. Avrebbe significato accettare la politica dei due tempi: subito il risanamento e chissà quando l'equità e lo sviluppo, fino a perdere ogni incisività riformatrice. Non è possibile ragionare in astratto, senza fare riferimenti alla situazione oggettiva in cui versano tanti cittadini e tanti lavoratori. Non è possibile dimenticare che nel nostro Paese si è accumulato un grande disagio sociale, con uno stato di sofferenza di larghe fasce di popolazione, che vive sotto la soglia di povertà e che non riesce a reggere i ritmi del costo della vita.Esistono un disagio e una sofferenza forti nel mondo del lavoro dipendente dei pensionati e dei giovani precari, senza futuro e senza diritti. Nel nostro Paese, ci sono una cronica insufficienza degli interventi a favore dell'innovazione, della ricerca, della scuola e dell'università e una cronica inadeguatezza della dotazione infrastrutturale, che si è aggravata negli anni di Governo della destra, che mette a rischio la capacità competitiva della nostra economia.Il Governo di centrosinistra come avrebbe potuto rimanere insensibile alle attese che provengono dal Paese ed evitare di dare prime e puntuali risposte? Pertanto, ha fatto bene il Governo a sottrarsi alle pressioni dei grandi poteri economici e mediatici e a rifiutarsi di sottostare alle indicazioni degli organismi finanziari dell'Unione europea di destinare l'intero extragettito al risanamento dei conti. Sarebbe stata una scelta sbagliata sul piano sociale e, nello stesso tempo, foriera di rischi per la crescita della nostra economia, che è sostenuta per lo più dalla ripresa della domanda interna e dei consumi delle famiglie.Dopo anni di stagnazione, infatti, l'Italia è tornata a crescere e i conti sono tornati in equilibrio. Con il DPEF dello scorso anno era stato stabilito di portare il deficit al 2 8 per cento del PIL. Pur decidendo di destinare alla spesa per lo sviluppo e l'equità sociale 4.131 milioni di euro, per l'anno 2007 il deficit si è stabilizzato al 2,5 per cento. Si tratta, per l'Italia, di un traguardo migliore di quello prefissato.Invece no! I sacerdoti del rigore, i guardiani del rispetto assoluto dei parametri europei di bilancio, sono in campo a sentenziare che non è sufficiente destinare tutto l'extragettito al risanamento, oltre ad una nuova e ulteriore manovra di una decina di miliardi di euro per portare nel 2008 il deficit all' 1,4 per cento del prodotto interno lordo. Il rischio concreto sarebbe quello di deprimere la ripresa in atto e realizzare il risanamento a prezzo di un vero e proprio deserto sociale. Il Governo con il provvedimento in discussione e con l'impostazione data al DPEF ha scelto una strada diversa, destinando alla spesa 4.131 milioni di euro e scegliendo di non praticare alcuna manovra correttiva per il 2008.Si tratta di una linea appropriata e prudente, che trova il pieno consenso di Sinistra democratica, per niente avventurista perché l'Italia rimane abbondantemente dentro il percorso concordato in sede europea, anzi realizza una accelerazione rispetto a quanto concordato e sottoscritto dal Governo Berlusconi nel 2005. Ci troviamo all'interno del processo di azzeramento del deficit entro il 2011, ma abbiamo scelto di raggiungere tale obiettivo attraverso una strada più compatibile con la situazione italiana e maggiormente realistica, tenendo conto delle condizioni economiche e sociali esistenti nel nostro Paese e considerando altresì il grande sforzo di aggiustamento strutturale già effettuato nell'anno scorso con la legge finanziaria per l'anno 2007.Il corposo contenuto del provvedimento in discussione e gli interventi che realizza sul fronte della spesa in termini di equità e sviluppo costituiscono un tassello significativo della seconda fase dell'azione di Governo, che finalmente inizia ad evidenziarsi.Provvedimenti per la crescita del potere di acquisto dei ceti deboli, piena operatività del cuneo fiscale anche per la parte relativa ai lavoratori dipendenti, accordo con gli autonomi sugli studi di settore, firma del contratto per il pubblico impiego e nuovo contratto per gli statali, assunzione dei precari nella pubblica amministrazione e, in particolare, nella scuola, provvedimenti per le liberalizzazioni in economia, approvazione al Senato della legge sulla giustizia per evitare l'entrata in vigore della controriforma Castelli, accordo con le parti sociali per l'aumento delle pensioni minime: un percorso sufficientemente delineato nella direzione dell'attuazione di un organico disegno riformatore che tuttavia, per essere compiuto e pienamente avvertito dal Paese, richiede che si concluda positivamente la trattativa con il sindacato relativa all'età pensionabile e al superamento dello scalone. Si tratta di un impegno preso con gli elettori e di un punto decisivo, per tanti aspetti simbolico, per affermare che i diritti e la vita delle persone restano indipendenti rispetto alla compatibilità finanziaria.Giungere al più presto ad un soddisfacente accordo senza rinvii a settembre sarebbe un segnale importante verso il mondo del lavoro dipendente, sempre chiamato a farsi carico della necessità del Paese senza reali contropartite.Sarebbe un successo importante dell'azione del Governo nella sua interezza. Altro che cedimento alla sinistra e ai sindacati, come ha affermato qualche bizzoso Ministro interessato a partecipare al torneo dei volenterosi e dei coraggiosi!Il Governo vada davanti e respinga il ricatto di chi vuole contrapporre gli anziani ai giovani, le pensioni alla lotta al precariato. Serve un accordo sulle pensioni e serve il superamento della legge n. 30 del 2003 per ridare dignità e diritti all'insieme del mondo del lavoro dipendente.Il lavoro svolto in Commissione bilancio è stato positivo, perché ha consentito di migliorare e ampliare l'impianto del provvedimento. Per tale motivo anch'io voglio ringraziare il relatore e il presidente della Commissione e voglio anche dare atto all'opposizione di un atteggiamento, tutto sommato, positivo.E’ stata aumentata la disponibilità di fondi per acquisizioni di beni e servizi a favore delle forze di sicurezza e per i vigili del fuoco fino a 100 milioni di euro ed è stato precisato che essa è riferita alle esigenze che si pongono sul’intero territorio nazionale, senza preclusione di alcuna area. Sono stati introdotti provvedimenti in materia di concessione di contributi alle imprese ( L. 488) per le crisi imprenditoriali, per i contratti d’area e per i patti territoriali. Sono state assegnate maggiori risorse alla scuola, in particolare per sopperire alle supplenze e alle diverse necessità.Tutto questo si somma a quanto era contenuto fin dalla originaria stesura e cioè :- maggiori fondi per la protezione civile, per finanziare il servizio civile, per l’edilizia universitaria, per l’Università e la ricerca, per l’occupazione, per le aree sottoutilizzate, per la sicurezza del mare e la pesca, per le politiche sociali, per l’ANAS, per le ferrovie, per le Poste e diversi altri interventi.- Un corposo intervento di carattere espansivo volto a perseguire equità e sviluppo, ecco cosa rappresenta il decreto legge n. 81.Concludendo il gruppo Sinistra Democratica condivide le misure proposte ed è favorevole alla conversione in legge del decreto-legge.
*Deputato SD-Capogruppo Commissione Bilancio Camera dei Deputati

Regione Campania:un cambio di passo








Il Gruppo regionale “Sinistra Democratica”, composto dai Consiglieri Angelo Giusto e Tonino Scala, chiede al governo regionale e alla maggioranza di centrosinistra in Campania un ‘cambio di passo’. “E’ necessaria, infatti, una svolta nel centrosinistra campano – ha sottolineato Giusto nel corso di un’affollata conferenza stampa, tenuta, stamane, presso la sede consiliare, alla quale hanno portato il loro saluto anche i Gruppi regionali di Sdi, Prc e Verdi.
“Il nostro è un gruppo che nasce da una vicenda nazionale che vede la sinistra impegnata a dare vita ad un soggetto politico in cui gli ideali della sinistra non si perdano nel grande contenitore del Partito Democratico – ha spiegato Giusto, che ha abbandonato i Ds e ha aderito al movimento fondato dal Fabio Mussi -; anche in Campania è necessario recuperare valori e progetti di sinistra nella maggioranza di governo regionale, la quale – ha proseguito Giusto - deve fare una profonda autocritica e riprendere la via della politica al servizio del cittadino per fronteggiare le numerose emergenze che colpiscono la nostra regione, tra cui la povertà, la disoccupazione, i rifiuti, la sanità, la parcellizzazione e in alcuni casi la perdita dei fondi europei ”.
“Ci aspettiamo che questa nostra posizione non venga svilita da una interpretazione che la riconduca alla mera richiesta di visibilità in Giunta o in altre posizioni di potere – ha prontamente precisato il Presidente della Commissione regionale sanità – vogliamo, invece, che il centrosinistra riprenda il suo percorso per la gente aprendo una ‘fase 2’ della Giunta Bassolino in cui i temi più cari ai cittadini della Campania tornino in primo piano”.
Nel ringraziare “i colleghi di Sdi, Prc e Verdi “che con la loro presenza testimoniano una profonda attenzione e danno forza alle tematiche di cui Sinistra democratica è portatrice”, Scala, Capogruppo regionale di Sinistra democratica, ha sollecitato “una svolta del centrosinistra in Italia e in Campania. Sono troppe le emergenze che feriscono questa popolazione e con le quali questo centrosinistra deve fare i conti spostando il suo asse a sinistra – ha sottolineato Scala, secondo il quale “il centrosinistra deve riscoprire la questione morale della politica, a cominciare dalla riduzione dei suoi costi, ritrovando, così i valori del rigore e dell’efficienza nella amministrazione della res publica”.
Nel corso dell’incontro, Giusto e Scala si sono soffermati su diversi temi e sulle relative proposte che, già da oggi, porteranno al tavolo di confronto del centrosinistra sulla legge elettorale: “chi pensa che la regione Campania necessiti di una legge elettorale con liste bloccate e collegi uninominali, perché teme di esporsi al giudizio dell’elettorato nell’ambito del grande contenitore del Partito democratico, ha sbagliato strada – ha ammonito Scala, secondo il quale “la regione ha già una legge elettorale che, con qualche correttivo, anche nel senso della rappresentanza delle donne, va bene così com’è”. E ancora, il grande tema del nuovo Statuto regionale, del numero dei Consiglieri regionali e della nomina degli Assessori: “è impensabile un eventuale aumento del numero dei Consiglieri regionali in una regione dove ci sono 500 mila persone in stato di povertà – ha evidenziato Giusto – così come la scelta di assessori esterni non può non può prescindere dalla rappresentanza delle esigenze dei cittadini e di un sereno e costruttivo rapporto Giunta-Consiglio, che è stato, viceversa, esasperato dalla scelte compiute in questa legislatura” .
E ancora, l’emergenza rifiuti “rispetto alla quale non è possibile nascondere le proprie responsabilità dietro l’alibi del commissariato di Governo, ma occorre assumerle tutte quelle responsabilità a cominciare dalla bonifica dei territori che è di esclusiva competenza regionale” – ha ricordato Scala; l’emergenza occupazione “che vede la Campania vestire il triste primato della regione dove più forte è stata la deindustrializzazione e dove non c’è stata alcuna iniziativa imprenditoriale che abbia ridato fiato all’economia – ha proseguito Giusto –una regione in cui lo sviluppo non deve essere interpretato sotto forma di assistenzialismo né al cittadino né alle imprese”. Giusto e Scala si sono soffermati, inoltre, su un altro tema facente parte del programma elettorale del centrosinistra, la gestione del bene acqua da parte pubblica: “sono tante le proposte di legge presentate in materia – hanno ricordato – ma non si capisce perché non vengano tirate fuori dal cassetto”.


fonte:gruppo consiliare regionale sinistra democratica per il socialismo europeo

CUS:un'occasione da non perdere di Franco Grillini*






Il Comitato ristretto presieduto da Cesare Salvi ha approvato il ddl sulle coppie di fatto su cui ripartirà la discussione in Commissione Giustizia. Pur con alcuni limiti su cui sarà opportuno ritornare, questo disegno di legge è una strada da percorrere per rispondere alla richiesta di diritti che proviene da milioni di persone
Sapevamo che le braci covavano sotto alla cenere: il disegno di legge sui DICO, dato per spacciato da molti, era in discussione al Senato, in un Comitato ristretto presieduto da Cesare Salvi di Sinistra Democratica, insieme ad altre proposte, di segno e colore differente, che avrebbero garantito diritti ai conviventi. Quel Comitato trasversale, oggi, ha approvato un disegno di legge dal quale ripartirà la discussione in Commissione Giustizia e, incrociando le dita, finalmente, le unioni civili arriveranno al voto del Parlamento italiano.
Come la Fenice, le unioni civili tornano in primo piano, dopo mesi di dibattito feroce ed una piazza, quella di San Giovanni a Roma, che si è colmata ben due volte per altrettante manifestazioni di segno opposto: il Family day, che voleva seppellire i DICO e qualsiasi provvedimento a favore delle nuove famiglie, e il Gay Pride, in piazza per la piena parità di diritti degli omosessuali ed una legge equa per le coppie gay. La prima manifestazione ebbe tutta la simpatia dell'universo politico scatenando una rincorsa di dichiarazioni bipartisan identiche: "quella piazza si deve ascoltare". La seconda, con più manifestanti stando ai numeri diffusi dalla Digos, fu accolta da un accanito silenzio. Quel silenzio, che durava ormai da oltre un mese, si è rotto con un disegno di legge, ancora timido se considerate le richieste degli omosessuali e le necessità delle coppie di fatto, ma che supera alcuni dei limiti sostanziali dei DICO, su cui abbiamo insistito molto, e cioè il riconoscimento pubblico, l'obbligatorietà della coabitazione per la coppia, la balzana idea di stipulazione via raccomandata, l'impossibilità di regolare il regime patrimoniale.
I CUS, un contratto privato che si potrà contrarre di fronte ad un giudice di pace o ad un notaio, finiranno in un registro pubblico e regoleranno ottimamente i diritti sanitari (visite e scelte relative alle cure nel caso i cui il partner sia inabilitato), le scelte relative alla morte (funerale, cremazione e così via) e il regime patrimoniale della coppia, offrendo anche garanzie per l'eventuale rottura del rapporto.
Non convince il CUS, al contrario, sulle coppie miste (con uno dei partner extracomunitario), impossibilitate o quasi, almeno stando a quanto scritto nel disegno di legge, alla regolamentazione. Non sono accettabili, infine, nove anni di CUS per ottenere l'eredità: appaiono infatti davvero eccessivi; per non parlare delle pensioni di reversibilità, rinviate in questo testo, come nei DICO, al riordino complessivo della materia.
La scintilla CUS ha riaperto feroci polemiche. Sorvoliamo sul solito Volontè, che scivola su di un'infelice battuta a tinte xenofobe -"`Cus-cus` diverrà il piatto tipico di Stato. Mi permetto di aggiungere che si evidenzia la propensione araba della maggioranza", ha dichiarato l'onorevole Udc-, più curioso il commento dei sostenitori del "Family day", i seppellitori dei DICO. Anche questa volta, come per le unioni civili e i Pacs, suggeriscono che non c'è necessità di alcuna legge: i diritti delle coppie di fatto sarebbero già garantiti dal codice civile. Mentono, sapendo di mentire, quello delle coppie di fatto è un fenomeno sociale in continua ascesa e al Senato non si sta giocando sul nulla, ma sull'esistenza e le difficoltà di numerose nuove famiglie italiane. Per questo è auspicabile che la discussione proceda rapidamente, e che si arrivi al voto in aula entro l'autunno in modo tale che ognuno possa assumersi pubblicamente e palesemente di fronte all'elettorato le proprie responsabilità o irresponsabilità. In Italia alcuni milioni di cittadine e cittadini vivono in regime di convivenza ed attendono da tempo una buona legge di regolamentazione. È un'occasione che non va sprecata.
*Deputato Sinistra Democratica, presidente onorario ArciGay

mercoledì 18 luglio 2007


Oggi si ritorna a parlare di questione morale,di crisi della politica e dei partiti,di dilagante corruzione,di una nuova tangentopoli.Riteniamo opportuno commentare queste vicende con un'intervista di Enrico Berlinguer che fotografa una situazione oggi reale ed esistente


La passione è finita?Per noi comunisti la passione non è finita. Ma per gli altri? Non voglio dar giudizi e mettere il piede in casa altrui, ma i fatti ci sono e sono sotto gli occhi di tutti. I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente, idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e passione civile, zero. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune. La loro stessa struttura organizzativa si è ormai conformata su questo modello, e non sono più organizzatori del popolo, formazioni che ne promuovono la maturazione civile e l'iniziativa: sono piuttosto federazioni di correnti, di camarille, ciascuna con un "boss" e dei "sotto-boss.La carta geopolitica dei partiti è fatta di nomi e luoghi".Enrico Berlinguer

martedì 17 luglio 2007

LAURO:CASO CO.CO.PRO


Si è verificato quello che avvenne cinque anni fa,contratti senza copertura finanziaria,intervento della regione tanto invocato ma mai avvenuto,esperienze di puro precariato,che molto probabilmente devono essere lete in pura chiave elettoralistica.Non risparmia dubbi e critiche Pasquale Colucci ,sollevando il caso co.co.pro.I giovani contrattisti del Comune di Lauro,assunti con un contratto quadriennale,con trattamento economico legato alla famosa legge 51 ma da qualche giorno senza più lavoro,o quantomeno senza più contratto di 4 anni,l'amministrazione comunale ha infatti rescisso il contratto,riservandosi di firmarne uno per sei mesi.Così il gruppo di minoranza solleva il caso,Colucci ha anche proposto un'interpellanza al primo cittadino per chiedere se questo è il modo di trattare i giovani di Lauro,ma in particolare come intende agire l'Ente rispetto al futuro di questi contratti e se saranno pagati.Domande che non hanno ricevuto risposta.Il governo cittadino è muto su questa vicenda.
fonte: Corriere dell'Irpinia

lunedì 16 luglio 2007

E' falso che le pensioni dei padri mangino quelle dei figli


È in corso da qualche settimana, con un ritorno periodico un po’ sospetto, una campagna mediatica e di pezzi della politica sul presunto conflitto generazionale che la trattativa condotta da CGIL, CISL, UIL con il Governo in ordine allo scalone starebbe determinando.Si invoca al riguardo in particolare la necessità che i Sindacati Confederali si occupino “finalmente” dei problemi dei giovani mettendo la sordina agli interessi dei lavoratori più anziani che, ove accolti, comprometterebbero persino il futuro dei figli. Nidil, struttura voluta da CGIL per una più forte rappresentanza e tutela dei problemi connessi al lavoro giovanile (precarietà, atipicità) ritiene di avere titolo e merito per confutare tale tesi.È intanto falso che le pensioni dei padri “mangerebbero” quelle dei figli: chi abbia voglia di leggere il bilancio INPS vedrà non solo che il trasferimento di risorse dello Stato è legato alla copertura della voce “assistenza”, di sua competenza, e non a colmare deficit previdenziali (di qui la richiesta pluriennale mai attuata delle OOSS di separare le voci per dare trasparenza alla spesa).Scoprirà anche che il Fondo Pensionistico lavoratori dipendenti è attivo, cosi come è attivo il Fondo Gestione Separata nel quale versano i contributi i lavoratori atipici e parasubordinati e che entrambi gli avanzi di gestione sono in realtà usati per pagare pensioni legate a fondi in vero deficit (vedi dirigenti di azienda, autonomi).È vero invece che la trattativa in corso sta per un verso cercando l’intesa per quanto riguarda la totalizzazione dei contributi versati su fondi diversi, perché nessun contributo risulti inutilizzato (elemento di vantaggio soprattutto per i precari) nonché per il riscatto facilitato della laurea (di cui ovviamente beneficiari sono i giovani). Per altro verso, richiedendo la revisione dei coefficienti della Dini le organizzazioni sindacali si pongono prioritariamente l’obbiettivo di tener conto, con meccanismi solidali, del mutato MDL e in particolare del crescente aumento della discontinuità di lavoro: operazione senza la quale realmente le future pensioni degli attuali giovani sarebbero massacrate.Sarebbe infine utile, evocando il tema dei giovani, che ci si cimentasse con i problemi connessi alla loro vita attuale di lavoratori. Tre milioni e mezzo di lavoratori discontinui, di cui ottocentocinquantamila parasubordinati a rischio precarietà, cinquecentomila somministrati con contratti reiterati spesso per anni, duecentomila partite Iva rappresentano infatti l’esigenza di intervenire su più versanti. Quello delle tutele e dei diritti per chi ne è privo in primo luogo. Alcuni provvedimenti sono stati inseriti in finanziaria, ma attendiamo ancora il decreto attuativo sulla maternità a rischio; cosi come è indispensabile un confronto per la revisione dei criteri di accesso alle prestazioni e per la certezza di esigibilità delle stesse. Ancora irrisolto per altro è il tema della disoccupazione ordinaria con piena copertura contributiva figurativa per i lavoratori parasubordinati, allo stato privi anche del diritto all’accesso alla disoccupazione a requisiti ridotti. Anche qui fa bene ricordare che il Fondo prestazioni alimentato con lo 0,5 dei contributi versati alla Gestione Separata è ampiamente attivo, risultando non spese per gli scopi previsti la metà delle risorse incamerate nel periodo 1998/06, in misura di oltre € 300.000.000.Altrettanto necessario è intervenire a monte del problema precarietà -riducendone le attuali dimensioni e potenziando quindi l’efficacia di intervento di un nuovo welfare- attraverso una revisione della normativa finalizzata sia alla riduzione delle numerose tipologie di rapporto previste (vedi fra tutte staff leasing,lavoro a chiamata, job shering), che alla regolamentazione delle stesse (causali e reiterazione del contratto a termine; ripristino della straordinarietà nel lavoro in somministrazione; divieto di utilizzo della parasubordinazione nell’attività propria ed ordinaria dell’impresa), impedendo il ricorso strumentale ai rapporti di lavoro temporaneo e l’abuso nella loro reiterazione : il tutto nel rispetto peraltro di quanto previsto dalla stessa UE sulla ordinarietà del lavoro a tempo indeterminato e sulla straordinarietà di quello temporaneo.Questo crediamo voglia dire occuparsi dei giovani, bandendo le strumentalità e affrontando i problemi reali.Su questi temi, operando in rappresentanza vera nonché misurata (si pensi alla elezione da noi voluta di giovani lavoratori negli organi di indirizzo del Fondo di Gestione Separata) continueremo a lavorare, disponibili al confronto con chi voglia realmente ascoltare per dare soluzioni ai problemi.
A cura di NIdil CGIL segreteria nazionale

sabato 14 luglio 2007

Viaggiatori leggeri e liberi


Ciao, siamo in movimento, per chi di noi arriva da anni di militanza in un partito, è una condizione strana.Ci siamo messi in viaggio, con con una meta precisa: unire la sinistra in Italia, non sappiamo se ce la faremo, ma sappiamo che ce la metteremo tutta.Prima di partire, occorre decidere cosa portarsi dietro, noi ci abbiamo pensato tanto,sicuramente ci porteremo il nostro entusiasmo, l'etica della politica e tutta la questione morale, come intendeva il compagno Enrico Berlinguer. Ci porteremo dietro l'anima che non abbiamo mai barattato per qualche incarico, ci portereme i nostri riferimenti sociali, che sono certi, ci porteremo la nostra appartenenza ad una grande famiglia socialista europea come il Pse, avremo in noi la consapevolezza che tanti ci guardano con speranza e dobbiamo stare attenti a non deluderli, dovremmo guardare ai problemi con umiltà, perchè non estistono soluzioni scritte, ma le soluzioni dovremmo trovarle insieme, attraverso il confronto e la condivisione.NON ci porteremo in questo viaggio posti da dividere, sezioni in cui rinchiuderci, bandiere da piantare: quindi compagni saremo viaggiatori leggeri, e liberi.

LETTERA A VELTRONI di Arturo Scotto* e Gloria Buffo*


Caro Veltroni su un punto siamo d'accordo: tra i deboli oggi, in Italia, ci sono i giovani. Fanno lavori precari e mal pagati, hanno difficoltà ad uscire dal guscio familiare, non hanno diritto alla casa: in una parola non sono liberi di scegliere un bel niente.La questione generazionale è nel cuore della questione sociale. Se questo è vero, la domanda che vogliamo farti è semplice: perché la scelta decisiva sarebbe chiedere una svolta radicale al sindacato, come fai tu? Risiede forse in Corso Italia, come pensano i giovani arditi del PD, il tappo che chiude i giovani italiani in un angolo e li fa patire più dei loro coetanei europei? A noi sembra evidente che la madre di tutti i problemi sta nella precarietà. La precarietà c'è già, non è solo un rischio, come pensi tu. È lì che nasce la fatica di campare ed essere autonomi delle ragazze e dei ragazzi italiani. E non è il sindacato il colpevole di tutto questo. Non è solo colpa della globalizzazione o della tecnologia: ma di leggi e scelte che sono figlie dell'idea che bisogna risparmiare sul lavoro, invece di investire nella qualità. Forse il primo a cui inviare una lettera è proprio il mondodell'impresa. E il secondo è il centrosinistra, che ha potuto stabilizzare 20 mila giovani dei call center solo perché una legge, l'ultima finanziaria, l'ha consentito ma non può fare molto di più se non si decide a cambiare davvero la legge 30. Con questo non vogliamo sfuggire al nodo pensioni: è noto a tutti che aspirare a una pensione decente, con il sistema contributivo, per un giovane implica poter svolgere un lavoro non episodico e mal pagato e non ci sarà mai ammortizzatore così forte e ricco da poter sostituire contributi robusti e continuativi per eliminare un futuro di pensioni da fame. Occorre aggiungere che è da destra e dai riformisti che arriva l'invito al Governo perché riveda i coefficienti pensionistici al ribasso: scelta che davvero finirebbe per regalare ai giovani pensioni misere...Come si vede, la materia delle pensioni è molto sfaccettata per chi vuole davvero curare gli interessi degli adulti di domani.Le tue considerazioni, caro Walter vanno prese tuttavia molto sul serio: tu chiedi che non siano più i figli a «dare», finanziando le pensioni dei padri, ma che ci sia un equilibrio a vantaggio dei giovani. Chi scrive non ha il tabù dell'età pensionabile a 57 anni per tutti, ma allo stesso tempo va detto che sono i lavoratori dipendenti, con i loro contributi, a finanziare le pensioni dei dirigenti d'azienda e dei lavoratori autonomi: lo sanno tutti che questi ultimi da soli provocano un deficit da 2,8 miliardi per l'Inps. Possiamo tacere su questo? Forse non tutti i padri allora sono uguali e far pagare quelli meno fortunati, che molto hanno dato e non sempre hanno ricevuto, non è un'idea sana di giustizia sociale. Perché non si segue la strada di un riformismo anche minimo come quello di separare assistenza e previdenza, in modo che sia chiaro che i conti dell'Inps, anche grazie al contributo degli immigrati, non sono né saranno disastrosi.Affrontiamo la riforma del welfare ma non raccontiamo che il riequilibrio va fatto solo su chi sta in basso, magari tra operai, (lavoratori edili, lavoratrici delle pulizie) e giovani precari mentre il resto della torta sta sempre da un'altra parte. Il patto tra le generazioni si può fare se è chiara la direzione di marcia. La domanda resta dunque sempre la stessa: con chi lo si costruisce? E allo stesso tempo contro cosa? Perché se non diciamo che una parte dei padri sta con la rendita pochissimo tassata, con le stock optino miliardarie, con l'impresa socialmente irresponsabile e con le corporazioni forti, non facciamo un'operazione di verità. Mentre colpiamo anche quei padri e quelle madri che per un'intera vita hanno versato i contribuiti destinando alla pensione una parte del salario e oggi patiscono per i figli precari, magari in un call center o in un centro di ricerca. Mai si è vista una mobilitazione «pro-giovani» così forte quando, anziché di età pensionabile, si tratta di cambiare le norme che rendono conveniente alla imprese tenere i giovani nella massima precarietà. La novità sarebbe se invece dalle belle parole si passasse ad atti concreti.
Deputati Sinistra Democratica per il Socialismo Europeo

COSI' SINISTRA DEMOCRATICA TUTELA I LAVORATORI PRECARI





Due proposte di legge per tutelare i lavoratori in tema di dimissioni volontarie e di contratti di lavoro a tempo determinato.«Sinistra Democratica - ha spiegato Aurisicchio - nasce con l'obiettivo di riunificare e rinnovare la sinistra e di dare rappresentanza al mondo del lavoro, in un momento in cui è in atto nel nostro paese un durissimo scontro sociale e politico. I poteri forti, patronali, gli organismi del potere economico internazionale vogliono addossare al mondo del lavoro l'intero costo del risanamento economico. Non si vuole lasciare alcun spazio a misure che vanno nella direzione della equità - ha evidenziato il parlamentare - attraverso una redistribuzione dei redditi e nella direzione dello sviluppo». Emblematica in tal senso, è stata «la dura contrapposizione che si è registrata sulla destinazione "tesoretto", dove si pretendeva di destinare l'intero extragettito al risanamento e niente per i pensionati e i redditi più bassi». C'è stato un accordo tra governo e sindacati che porta all'aumento delle pensioni sotto il minimo per coloro che sono oltre i 64 anni. «Ma c'è adesso - continua - il tentativo di armare una dura contrapposizione tra giovani e anziani, fino al punto da portare i giovani a manifestare sotto le sedi del sindacato della Cgil, come hanno fatto nei giorni scorsi settori del Partito Democratico».Secondo Aurisicchio tutto ciò dimostra che il nuovo partito che convoglia Margherita e Ds «fuoriesce completamente dai valori e dalle azioni della Sinistra che dovrebbe innanzi tutto interessate alla rappresentanza del mondo del lavoro».Opposto il progetto a cui aspira Sinistra Democratica che «vuole ampliare le garanzie e le tutele per i lavoratori e lo fa entrando nel merito con due proposte di legge».
DIMISSIONI VOLONTARIELa prima "Disposizioni in materia di modalità per la risoluzione del contratto di lavoro per dimissioni volontarie del prestatore d'opera", approvata lo scorso giovedì con larga maggioranza alla Camera, interviene sulla disciplina delle dimissioni volontarie del lavoratore. «Quante volte si sente dire "ti assumo, ma firmami questa lettera di dimissioni in bianco" - osserva ancora Aurisicchio - e quella lettera sarà utilizzata in caso di malattia, maternità e altro, e quindi e veri e propri licenziamenti diventano dimissioni volontarie. Con la legge di Sinistra Democratica questo non sarà possibile perchè le dimissioni si presentano attraverso moduli numerati e datati in distribuzione presso gli Uffici del Lavoro e i Comuni».Si elimina in tal modo «un’offesa verso i lavoratori e si dà forza ad un diritto e alla dignità del lavoratore».
CONTRATTO A TEMPO DETERMINATOLa seconda proposta di legge è "Modifiche al decreto legislativo 6 settembre 2001, n° 368, in materia di contratti di lavoro a tempo determinato ed aumento ed aumento dei relativi oneri distributivi" mira a recuperare il principio che il rapporto di lavoro subordinato si costituisce di regola a tempo indeterminato, cioè i contratti di lavoro a tempo determinato dovrebbero essere una eccezione rispetto a quelli a tempo indeterminato e la cui percentuale dovrebbe essere stabilita in rapporto a quest'ultimo. «Con questa legge - prosegue Aurisicchio - si vuole stroncare il fenomeno delle cosiddette "assunzioni a catena". Per cui rapporti di lavoro a tempo determinato si rinnovano all'infinito. Stabilisce che i lavoratori assunti con contratto a termine siano riconosciuti tutti i diritti previsti dallo Statuto dei Lavoratori». E si introduce, infine, il principio per cui il contratto a tempo determinato costa di più all'impresa di quello a tempo indeterminato.

CUS:IL MONDO CATTOLICO LI BOCCIA


Il mondo cattolico, con Avvenire (quotidiano dei vescovi) in testa, boccia i 'Cus', i ''contratti di unione solidale'', presentati ieri dal presidente della Commissione Giustizia del Senato, Cesare Salvi, in sostituzione dei ''Dico'', il controverso disegno di legge sui diritti dei conviventi. Anche se la sigla e' diversa, i Cus assomigliano troppo ai loro predecessori, a giudizio del giornale della Cei, dei giuristi cattolici e del popolo del 'Family Day''. Cambia la formula ''ma non migliora purtroppo la sostanza'' e si continua ad andare verso ''una direzione del tutto inadeguata ed inopportuna'' sentenzia Avvenire. Anche nei Cus ''si perde- spiega- ben presto per strada l'intenzione di riconoscere i tanto citati diritti delle persone liberamente artefici di un'unione di fatto, per ritrovarsi , invece a disegnare un soggetto nuovo, nella forma di matrimonio attenuato''. E il fatto che qualcosa di simile al riconoscimento giuridico del matrimonio tra uomo e donna possa essere esteso ad altre forme di convivenza resta inaccettabile per l'episcopato italiano. ''Il mondo cattolico pensa alla possibilita' di risolvere problemi concreti con contratti singoli che riguardano singole persone. Tuttavia non e' questo il caso dei Cus, che saranno pure un contratto ma questo contratto vuole poi essere elevato a istituto'', argomenta il presidente onorario dell'Unione giuristi cattolici italiani e rettore dell'universita' cattolica Lumsa, Giuseppe dalla Torre. ''Io li rigetterei'', afferma senza troppe esitazioni. Sulla stessa lunghezza d'onda, pur con qualche distinguo, anche il Forum delle associazioni familiari, l'organismo promotore della grande manifestazione di San Giovanni contro il ddl sui ''Dico'' lo scorso maggio. Il Forum esorta a nuove mobilitazioni contro la ''miopia'' del governo. ''La forzatura sul riconoscimento legale delle unioni di fatto che la societa' civile non chiede e anzi a maggioranza rifiuta (dati Eures) fa il paio - rileva una nota dell'organismo- con l'indifferenza che il Dpef mostra per politiche familiari serie e audaci''. ''Il Forum - spiega tuttavia il vicepresidente Giuseppe Barbaro, lasciando aperto uno spiraglio alla trattativa -e' impegnato a riportare il dibattito sui Cus nell'ambito del riconoscimento dei diritti individuali e in questo senso dara' la sua disponibilita' al presidente Salvi nell'incontro previsto per i prossimi giorni. (ANSA).

Interrogazione on Aurisicchio sulle nocciole


Atto CameraInterrogazione a risposta immediata in Commissione 5-01223 presentata mercoledì 4 luglio 2007 nella seduta n.183 da MADERLONI e AURISICCHIO. -
Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali.- Per sapere - premesso che: diverse decisioni adottate a livello comunitario hanno danneggiato la competitività della filiera della frutta in guscio, con gravi ricadute anche sotto il profilo ambientale; in particolare, la revisione attuata dalla Commissione europea dei principi attivi autorizzati per la lotta alle fitopatie ha determinato l'esclusione di gran parte dei formulati utilizzati attualmente dalle imprese agricole operanti nel settore della frutta in guscio; in proposito, non si è tenuto conto che non sono disponibili alternative valide ai formulati utilizzati, per il contenimento di alcuni insetti nocivi per la frutta in guscio; d'altra parte, l'utilizzo di formulati commerciali appartenenti ad un'unica famiglia provocherà lo sviluppo di popolazioni, di insetti resistenti a tali sostanze; l'utilizzo delle sostanze permesse richiederà altresì un notevole incremento del consumo di acqua e di carburanti da parte delle imprese del settore, con disastrosi effetti ambientali e con un notevole aumento dei costi; un incremento della percentuale di prodotto avariato sul totale del prodotto consegnato all'industria dolciaria determinerà altresì una sensibile riduzione del prezzo versato ai produttori; la legislazione nazionale vigente attribuisce peraltro al Ministero della salute la facoltà di autorizzare l'immissione in commercio di prodotti fitosanitari non conformi; si tratta di una clausola di salvaguardia che sarebbe opportuno applicare per un periodo di almeno tre anni al settore della frutta in guscio, lasciando aperta la possibilità per l'industria chimica di individuare sostanze alternative più efficaci e rispettose dell'ambiente; di recente è altresì intervenuta la proposta dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) di raddoppiare la soglia di tossicità delle aflatossine; l'adozione di tale proposta favorirà ulteriormente l'importazione di frutta in guscio da paesi extracomunitari, che continuano a utilizzare le sostanze chimiche di cui è vietato l'uso nei paesi europei; in generale la filiera del settore della frutta in guscio si trova a dover rispettare una normativa comunitaria e nazionale molto rigorosa e molto onerosa, mentre al tempo stesso deve dimostrarsi capace di fronteggiare la concorrenza sempre più agguerrita delle aziende di altri paesi -: quali interventi il Governo intenda assumere per sostenere la competitività della filiera nazionale della frutta in guscio, tutelando l'occupazione del settore e salvaguardando i positivi effetti in termini ambientali che derivano dalle coltivazioni della frutta in guscio; in particolare, quali iniziative intenda adottare per fronteggiare le conseguenze negative derivanti dalle scelte comunitarie richiamate in premessa. (5-01223)

Dibattito sui rifiuti in campania intervento on. Aurisicchio



Signor presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del governo,il gruppo di SINISTRA DEMOCRATICA voterà la fiducia posta dal governo sulla conversione in legge del decreto dell’11 maggio 2007, n.61 avente ad oggetto urgenti interventi per superare la grave emergenza rifiuti in Campania.Voteremo la fiducia nonostante vi siano nel decreto punti che non ci hanno convinto pienamente e che nel corso del dibattito abbiamo con puntualità evidenziato: dalla facoltà concessa al commissario delegato di requisire siti sottoposti a sequestro dalla magistratura alla insistita volontà di puntare sui consorzi di bacino che si sono rivelati, in questi anni, dei veri e propri carrozzoni inefficienti e clientelari a discapito degli ATO previsti dalla nuova legge regionale, dal ruolo subalterno e prettamente esecutivo assegnato ai presidenti delle province al rischio di addossare dal 2008 sui cittadini i costi dell’emergenza e il peso degli sprechi.Voteremo la fiducia perché siamo convinti che si debba mettere fine al più presto ai disagi e alle sofferenze dei cittadini. La presenza di cumuli di immondizia per le strade, con il percolato che cola e le esalazioni maleodoranti, costituisce un insopportabile oltraggio che offende la dignità delle popolazioni campane e, considerata la stagione e le alte temperature di queste settimane, costituisce un concreto rischio di catastrofe sanitaria. Quei cumuli devono essere rimossi e occorre fare tutto ciò che è necessario per preservare la salute pubblica e la civile convivenza. La maggioranza parlamentare, perciò, deve svolgere il ruolo che le compete sostenendo lo sforzo del Governo per uscire dalla tragica emergenza in atto. E' necessario conferire al commissario delegato i poteri di cui ha bisogno per operare, nel quadro, però, di una collaborazione istituzionale in primo luogo con il Ministero dell'Ambiente e con le istituzioni locali.Occorre favorire, inoltre, il rientro nell'ordinario a partire dal 1° gennaio 2008. Da questo punto di vista, il decreto assegna al commissario 90 giorni di tempo per definire, di intesa con gli altri soggetti istituzionali coinvolti, un nuovo piano per i rifiuti in grado di garantire normalità di gestione e, soprattutto, tranquillità alla popolazione della Campania. Per questo motivo serve rilanciare il ruolo dei sindaci e dei presidenti delle province, che dovranno diventare i futuri commissari dell'ordinario, e valorizzare i luoghi democratici delle assemblee elettive (consigli provinciali e consiglio regionale) dove in massima trasparenza deve avvenire il confronto delle posizioni politiche in merito alle scelte da compiere.La risposta da dare alla grave emergenza in atto è tema, infatti, di squisito carattere politico, non è una questione tecnica, neutra rispetto alla politica. Così come primaria rilevanza politica assume il tema del superamento delle gestioni commissariali in materia di rifiuti. Esse, come ha evidenziato la Corte dei Conti, sono venute meno proprio nelle funzioni per le quali erano stati istituiti; non hanno saputo ottenere apprezzabili risultati né nella costruzione delle soluzioni impiantistiche previste né ai fini di un effettivo decollo della raccolta differenziata; non hanno conseguito una più efficace applicazione della disciplina ambientale; non hanno garantito trasparenza e concorrenza nell'affidamento degli appalti e non hanno costituito, infine, una barriera impenetrabile nei confronti della criminalità organizzata.I commissariati hanno agito, insomma, nella esclusiva logica della perpetuazione dell'emergenza accumulando disservizi e lo spreco di ingentissime risorse.In Campania la struttura commissariale si perpetua dal 1994, ha visto avvicendarsi a dirigerla prefetti e presidenti di regione e il risultato è che non sono ancora stati realizzati gli impianti previsti né è stata organizzata una efficiente raccolta differenziata.Di fatto tutta la produzione giornaliera dei rifiuti, che è pari a 7200 tonnellate, ha come destinazione obbligata le discariche o gli impianti di Cdr. In queste condizioni non vi può essere sistema di impianti che tenga. Sta qui la causa principale del perdurare così a lungo dell'emergenza in Campania ed è qui che deve incidere con forza il nuovo piano per i rifiuti che dovrà essere varato.Il lavoro compiuto al Senato è stato positivo . Il testo è stato migliorato e sono state accolte le richieste delle popolazione di Parapoti, Terzigno e Ariano I. in ordine ai tempi e alle modalità di utilizzo delle discariche.Di fronte alla manifesta volontà del centro destra di ricorrere all’ostruzionismo per vanificare la conversione del decreto non è restata altra strada che la richiesta di fiducia alla, come detto, quale Sinistra Democratica risponderà con voto favorevole.

RIFORMISTA O RADICALE?




Sentiamo spesso definire parte della sinistra, sinistra RADICALE. Ma che differenza c'è tra sinistra riformista e sinistra radicale? Questi termini ci sono entrati in testa e nel linguaggio comune, sovente con un tono che rende quasi dispregiativo l'essere radicale.Facendo un piccolo esercizio fisico e mentale, ho deciso di aprire il dizionario della lingua italiana ed ho trovato le due definizioni.RIFORMISTA (riformismo)riformista: è fautore di riforme; riformismo: tendenza a modificare l'ordinamento politico-sociale attraverso graduali riforme, ... a proposito di una politica, sostanzialmente conservatrice, che si limita a marginali riforme in un sistema sociale, senza modificarne le strutture.RADICALEPiù comunemente rivolto ad una modificazione o risanamento totale o sostanziale che, pur nell'ambito di una concezione liberale, rivendica principi di sostanziale rinnovamento della società.E allora mi chiedo: perchè di questo secondo termine si usa solo l'aspetto estremista? Per quale motivo, in un confronto politico, tra parti che si dichiarano non in conflitto, i toni devono essere spostati in modo così aggressivo. Il volere delle riforme che cambino i meccanismi malati del nostro "bel Paese" è così deplorevole? perchè non dovremmo desiderare una nazione in cui le disuguaglianze vengono cancellate, i diritti e i doveri rispettati e allargare le aspettative socio economiche dei propri cittadini?In questi termini, io sono radicale.

L'arroganza di Rutelli




Si qualificano come riformisti, e chiedono un insieme di riforme sostanzialmente di destra (inevitabilità del lavoro flessibile, disoccupazione come colpa, indifferenza rispetto alla distribuzione del reddito, riduzione dei diritti sociali, trasformazione dello stato sociale in beneficienza pubblica, assoluzione delle rendite, il mercato come ottimo regolatore ecc.). Così, gli autori del "manifesto" accusano di conservazione chi giudica quelle riforme dei giganteschi arretramenti rispetto al patto democratico che regge l'unità italiana